La missione ha deciso di
dedicare risorse umane ed economiche per cercare di migliorare
il lavoro agricolo dei campesinos rendendolo meno faticoso e
più redditizio. I filoni di intervento sono diversi:
Costruzioni di serre – Per consentire la
diffusione di tutti quegli ortaggi che, a quelle altitudini,
la rigidità del clima non permette di coltivare all’aperto,
alle comunità sono stati forniti il materiale necessario alla
costruzione delle serre (legno e teli di nylon) e le sementi
necessarie (pomodori, insalata, ecc.); inoltre, per ogni
comunità sono stati individuati e formati dei responsabili per
la costruzione e manutenzione delle serre stesse.
Miglioramento delle sementi – La principale risorsa
agricola della popolazione andina è la patata; grazie
all’introduzione di sementi selezionate, per questa ed altre
coltivazioni, il progetto sta incrementando notevolmente la
produzione con rese molto maggiori a parità di superficie
coltivata.
Rimboschimento – Lo strato di terreno coltivabile, pur
molto fertile è estremamente sottile, impoverito dalle
abbondanti piogge estive. La mancanza di alberi favorisce il
formarsi di frane che minacciano strade e abitazioni. Nel giro
di pochi anni, sono stati introdotti circa 6000 eucalipti,
alberi ad alto fusto in grado di prosperare a queste
altitudini, i quali forniscono anche ottimo legno, utilizzato
per la costruzione di case, mobili e per il riscaldamento
domestico, contribuendo a migliorare notevolmente le
condizioni di vita.
Scuola agricola – Il fronte più importante è la
formazione di tecnici locali, in grado di operare
miglioramenti sostanziali alle tecniche di coltivazione
utilizzate dai campesinos. In collaborazione con l’Università
di Cochabamba è stata istituita a Kami una sede distaccata
della Facoltà di Agraria; sono ormai numerosi i laureati!
Allevamento – Nel tempo, sono stati introdotti
allevamenti di mucche, maiali, galline e trote. Particolare
attenzione è rivolta all’allevamento dei maiali in porcili
chiusi (prima vivevano liberi), per ridurre il tasso di
malattie. Con i bovini è stato necessario introdurre erba
medica, sorgo e mais che con il potenziamento dell’irrigazione
migliorano la situazione alimentare ed economica delle
famiglie. Le galline sono un’altra risorsa che si adatta bene
all’ambiente e completa le risorse della fattoria. Anche
l’allevamento delle trote riscuote l’interesse delle comunità,
malgrado la scarsità delle acque. In questi ultimi anni è
stato introdotto anche l’uso di un mulino per favorire l’uso
di grani locali e permettere la produzione autonoma di mangimi
e pane senza passare attraverso la fase di macinatura fatta in
città.
Cooperativa di consumo – Kami Productiva produce,
confeziona e commercializza generi alimentari derivati dai
progetti agricoli e dagli allevamenti della missione. Nello
specifico, oltre a commercializzare verdura, latte, uova e
carne, si producono salumi, formaggi e yogurt.
PROGETTO MAGLIE
Nasce sul finire degli anni ’80 per promuovere
un miglioramento della condizione femminile, che riscattasse
le donne da un diffuso vissuto di violenze e sopraffazioni, ad
opera di mariti a cui si legavano giovanissime.
Il contributo economico che, grazie la loro lavoro,
apportavano regolarmente nelle famiglie, permetteva loro di
guadagnare valore e dignità agli occhi della comunità e di
migliorarne l’autostima.
Il progetto, che nelle fasi iniziali coinvolgeva poche decine
di donne, raggiungeva negli anni ’90 il numero di 200
lavoratrici. Una parte composta da donne delle comunità
rurali, che filavano a mano mentre pascolavano le greggi di
pecore, e una parte dalle mogli dei minatori di Kami, che con
i ferri realizzavano le maglie di lana (alpaca e lama) con
disegni tradizionali.
Nel frattempo, nasceva a Cuneo l’associazione di volontari
“Compartir“, con l’obiettivo di importare le maglie per la
vendita nei mercatini missionari e l’introduzione nel circuito
del commercio equo-solidale C.T.M.
Attualmente il progetto è concluso e, molte delle donne che
nel tempo hanno collaborato, si sono trasferite in città con
“un mestiere in mano” e la dignità risollevata. Il progetto è
durato oltre vent’anni, anche grazie ai molti volontari
italiani che vi si sono dedicati con passione.
PROGETTO CENTRALI
IDROELETTRICHE
Il progetto più impegnativo, dal punto di vista
economico ed umano, di tutta la Missione è stata la
costruzione di 2 centrali idroelettriche, in località Chinata
e in località Queata. Si tratta di 2 vecchie centrali dismesse
da aziende italiane, che sono state smontate, rimesse a nuovo
da volontari italiani, spedite in Bolivia tramite container e
rimontate sul posto. Il progetto è nato dal duplice desiderio
di padre Serafino di portare alle oltre 100 comunità campesine
della Parrocchia di Kami l’elettricità, di cui erano
totalmente sprovviste, e di permettere alla Missione di
sostenersi economicamente sfruttando una risorsa locale,
l’acqua del fiume Ayopaya.
Ad oggi il surplus energetico prodotto viene venduto allo
Stato e il ricavato impiegato per il sostegno di molte delle
attività della Missione.
Per questo motivo, negli anni scorsi, con la collaborazione di
alcuni volontari, dipendenti di Terna, è stata costruita una
linea elettrica di 45 km per trasportare l’energia prodotta a
Kami verso la rete nazionale boliviana.
Per raggiungere la completa autonomia economica, triplicando
la produzione di energia, resta ancora da realizzare una
galleria di 1500 metri attraverso il monte Chico
Chicote. Servirà a trasportare l’acqua ad una terza
centrale, provvidenzialmente donata da una ditta italiana. Si
tratta del progetto “Terzo Salto” che, se si reperiranno i
fondi necessari, circa 200.000 euro, sarà completato entro il
2018.